Il biondo
Eh già…Ci sono cascato ancora. Non c’è niente da fare, la lingua batte dove il dente duole! Questa volta non è solo colpa mia, eh si… c’è lo zampino di quel maledetto, “il Biondo”… si proprio lui!
Sono anni che mi provoca: “Eh Guerì, come mi piacerebbe gustare nuovamente quel buon vino che si faceva da queste parti, leggero, delizioso, senza fronzoli.”
Io: ” So già dove vuoi arrivare, parli del Cordisco vero?”
Il Biondo: ” Ma guarda un po’! E pensare che la valle ne era piena, una distesa di filari a perdita d’occhio.”
Io: “Come sei nostalgico! Quell’antico vitigno ha fatto il suo tempo, ora forse non più”
Lui ” Perché dare un limite temporale alle cose? Che presunzione, probabilmente l’abbiamo solo ingiustamente dimenticato.”
Io: “Bhè…forse ora che ci penso la tua saggia riflessione mi ha colpito, un po’ di nostalgia viene anche a me. Pensare che da ragazzo alle sfrecciate in motorino preferivo quel profumo di uva fermentata che saliva su da improponibili tini, pervadendo tutta la taverna e provocando le lamentose imprecazioni dei miei!”
Il Biondo: “Allora vedi che ci capiamo!”
Io: ” Eh sì, la fai facile, ora i tempi sono diversi.”
Lui: ” Ancora? Allora non mi hai sentito prima?! Perché dare un limite di tempo alle cose? Metti da parte questo pregiudizio, forse hai dimenticato di tastare i vini con i sensi? Se il vino conduce al piacere non vedo perché è demodé”
Io: “Vabbè…basta così! Continuare a controbattere sarebbe solo come mentire a me stesso. Ci sto! Ma bada bene, niente schemi, niente gabbie, niente strade tracciate. Questa volta si va fuori pista!
Il Biondo: “Ancora qui? Vorrai mica farmi morire di sete!”