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Pescara vini

TESTO CONSIGLIATO: “Il segreto del figlio. Da Edipo al figlio ritrovato” – Massimo Recalcati, Universale Economica Feltrinelli 2018

MUSICA DA ASCOLTARE: “Today” – The Smashing Pumpkins, 1993

TEMPO DI LETTURA: 2 minuti

Spesso mi è stata posta la domanda sulla motivazione dell’uso di figure infantili stilizzate sulle etichette dei miei vini, in verità pur prediligendo la street art di Banksy nel mio immaginario l’infanzia rappresenta un sinonimo del desiderio di scoperta, leggerezza, ingenuità, velleità. Ripercorrere la propria fanciullezza è una miscellanea di racconti, emozioni, delusioni che lasciano il segno indelebile per anni, forse per sempre. Mi piace l’idea di paragonare la fanciullezza ad una tavolozza piena di colori dove istintivamente intingiamo il pennello che andrà a dipingere la cornice della nostra vita, solo che per dare un senso al dipinto impiegheremo del tempo, molto tempo. Tutto parte dalla condizione di essere figli.

“In una vita possiamo non diventare padri o madri, mariti o mogli, possiamo anche non avere sorelle o fratelli, ma nessun essere che abita il linguaggio, nessun essere umano può non essere figlio.[…] La vita del figlio è, dunque, vita propria, separata, distinta, dalla vita dell’Altro, ma al tempo stesso non potendo scegliere la sua provenienza, porta con sé tutte le impronte dell’Altro che l’hanno prodotta”

Questo afferma Massimo Recalcati in uno dei suoi saggi intitolato “Il segreto del figlio. Da Edipo al figlio ritrovato” che sto leggendo nei ritagli di tempo di questa bizzarra estate, quando mio figlio sonnecchia sotto l’ombrellone dopo aver distrutto i suoi numerosi castelli di sabbia.

Questo pensiero dell’autore lo condivido pienamente, persino ora che affronto il bellissimo traguardo della paternità, mi rendo conto che non smetterò mai di essere figlio. Quando intrapresi gli studi da enologo, la mia scelta fu un punto di rottura con il percorso professionale che con umile dedizione portavano avanti i miei genitori; mia madre insegnante da famiglia di insegnanti, mio padre medico da famiglia di commercianti. Cosa c’entrasse la mia scelta con la professione che avrei potuto realizzare non saprei, seguii solo il mio desiderio, frutto della mia infanzia e adolescenza trascorsa, alimentato da una buona dose di determinazione. Non trovai ostacoli dai miei genitori, lasciarono che tutto scorresse senza una causalità lineare, dando spazio a deviazioni, traiettorie imprevedibili, movimenti obliqui che come gocce di pioggia sulla superficie di una finestra potessero dar forma a nuove aggregazioni, nuove forme, nuove “linee di fuga”. Creare vini non è l’eredità materiale che la mia famiglia mi ha lasciato, piuttosto un’impronta, una indelebile traccia trasmessa che ho soggettivato, plasmato, interpretato a mio modo, senza ripetere le stesse orme di chi mi ha donato la vita. Ecco perché i bambini che raffiguro nelle mie etichette vogliono essere un omaggio a tutti i figli capaci di cambiare un percorso già tracciato, superando inevitabili condizionamenti, per inseguire la libertà delle proprie scelte dando spazio a sogni e desideri.

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